Cambia-menti

Giugno 2018 La scuola è finita. Nell’articolo precedente parlavo di Pietro e del fatto che non ci vediamo più tutti i giorni. Dico “Pietro” e non “Pietruzzo” perché a 15 anni suonati (quasi 16) non si riconosce più nel vezzeggiativo “uzzo” (un po’ se ne vergogna 😀 come farebbe qualsiasi adolescente). Mi sono dovuta rassegnare.

Passi in avanti.

Settembre 2018 La discussione. Mi trovavo nei corridoi dell’Istituto Design Palladio, pronta a portare Bidipicù davanti alla commissione che avrebbe giudicato la mia tesi.  Al mio fianco c’erano i miei genitori, Pietruzzo e mamma Elena.  Inutile descrivere l’agitazione, a provare a placarla una “pacchetta” sulla spalla da parte del mio relatore. Credeva in me, lo

ANDIAMO AVANTI!

Mario Rossi. Mercato ortofrutticolo. Sette mele, tre pere, otto cetrioli, qualche rapa. Quanto spenderà? È a questo punto che il piatto di pasta mangiato a pranzo si fa più interessante. O la battuta di ieri di quel compagno di banco che fa morire dal ridere. A volte mentre Pietruzzo cerca di ricordare l’ordine ausiliare-soggetto-verbo delle

Ci pensano mamma e papà

Suo figlio è dislessico” Panico! Paura! Disperazioooooneeee!! E adesso?? A che ora è la fine del mondo?! A I U T O ! Al momento della diagnosi molti genitori cascano in una specie di tunnel buio dove le uniche cose a cui riescono a pensare è “Ma perché mio figlio?”, “Che malattia è?”, “Guarirà mai?”.

Vi presento Pietruzzo

Io lo chiamo Pietruzzo, è il ragazzino che mi ha permesso di conoscere e capire nel mio piccolo lady Dislessia. Da tre anni a questa parte lottiamo insieme contro le difficoltà scolastiche. Insieme facciamo i compiti e studiamo divertendoci, abbiamo trovato un metodo di studio efficace e adatto a lui. Il mio obiettivo è quello

Dai banchi di scuola a bidipicù.

Ogni volta che qualcuno mi chiede l’argomento della tesi so già quello a cui sto per andare incontro. “Ma come, non studi grafica?”, “…e cosa c’entra con la pubblicità?” (sì, fare grafica per molti significa occuparsi solo di pubblicità), “ma hai cambiato facoltà?”, “aspetta, ma cosa studi allora?”. Ogni volta devo trovare un modo carino