Mario Rossi. Mercato ortofrutticolo. Sette mele, tre pere, otto cetrioli, qualche rapa. Quanto spenderà?
È a questo punto che il piatto di pasta mangiato a pranzo si fa più interessante.
O la battuta di ieri di quel compagno di banco che fa morire dal ridere.
A volte mentre Pietruzzo cerca di ricordare l’ordine ausiliare-soggetto-verbo delle domande la sua testa si spegne e basta. Due secondi eh. Giusto per riprendere il fiato tra un “what” e un “when”.
Pietruzzo e l’attenzione sono grandi non-amici.
Lo so bene io, che tra una guerra mondiale in storia e l’apparato digerente in scienze ho imparato a memoria il nome dei suoi compagni, insegnanti e bidelli delle medie. Ah, e quelli dei suoi piloti rally preferiti e dei Minions.
Ho capito come costruire un moccio elettrico con un bastone per il selfie, qualche lego e il motore di una macchinina. Geografia si stava facendo troppo noiosa.
So a memoria le rigide procedure di routine che svolge prima di andare a letto. Quanta pazienza santa mamma Elena. Pietruzzo non prende sonno se non l’ha salutata con un “NON SPEGNERE SUBITO LA TV! NON SPEGNERE SUBITO LA TV! NON SPEGNERE SUBITO LA TV!”. Già, tre volte. Tutte le sere. Altrimenti chi dorme?
Parliamo di questo. Parliamo di tutto. Ma, se possibile, non di Mattia Pascal. E nemmeno dell’impressionismo o che ne so magari della geometria piana.
Ma tu lo sai che se prendi un kiwi e una banana e tagli la banana e ci metti il kiwi vicino e li lasci lì nasce un frutto che ha la buccia di banana e l’interno di kiwi? Te lo giuro credimi anzi proviamo Sofi Sofi Sofi vado a prendere una banana e un kiwi!”
PIETROOOOOOO ANDIAMO AVANTI!
“Come si risolve questo prodotto notevole, ricordi?”
Sai ieri ho preso in prestito dei gessetti dalla cattedra della bidella e ho passato due ore a macinarli con il temperino ho messo la polvere in questo barattolo, cosa succede se per sbaglio la annuso niente vero?”
A volte mi viene da ridere. Un sacco. Ma non posso, devo cercare di mantenere una certa professionalità. (Si fa per dire).
Se io vado sul monte dietro casa (sai sono andato col nonno a raccogliere i funghi ieri) che una volta era un vulcano e scavo e scavo e scavo arrivo alla caldera giusto? Ma si riempie di acqua? Perchè?”
Io ho un po’ paura dei suoi “Perché?” perché quando inizia con i “Perché?” si rivolge a me come fossi un’enciclopedia; si passa da argomenti spaziali, a chimici a fisici a un po’ di filosofia poi teologia, psicologia, un pizzico di bioinformatica
e io che ne so?
“Oh ma Sofi non sai nienteeeee!”
Esiste una cosa chiamata Difficoltà di attenzione che riguarda fenomeni sia cognitivi che comportamentali.
Spesso si affianca ai DSA, può presentarsi a qualsiasi età ma quasi sempre viene riconosciuta nei bambini in età scolastica.
Intervenire precocemente serve a cercare e insegnare al bambino strategie efficaci per affrontare le situazioni di difficoltà.
Per questo motivo è importante saper riconoscere i segnali
e non scambiarli con semplice vivacità, eccone alcuni:
- scarsa cura ai dettagli e agli errori di disattenzione
- difficoltà nello svolgere compiti prolungati
- distrazione frequente
- tendenza a non seguire le istruzioni
- difficoltà a rimanere fermo
- passaggio da un’attività all’altra senza completarne alcuna
- difficoltà nell’organizzazione personale (perdita di materiale necessario, difficoltà nel rispettare le scadenze)
- bisogno di un costante supporto nello svolgimento dei compiti
- impulsività nel rispondere alle domande e interruzione dei discorsi degli altri.