Suo figlio è dislessico”
Panico! Paura! Disperazioooooneeee!! E adesso?? A che ora è la fine del mondo?!
A I U T O !
Al momento della diagnosi molti genitori cascano in una specie di tunnel buio dove le uniche cose a cui riescono a pensare è “Ma perché mio figlio?”, “Che malattia è?”, “Guarirà mai?”.
Ma quale malattia?! Ma guarire da cosa?!
Certo, sentirsi dire “Suo figlio è dislessico” non credo sia tra le più grandi aspirazioni di un genitore, ma non deve scatenare il lato drammatico intrinseco di tutti noi.
Dovrebbe piuttosto scatenare la consapevolezza di essere, forse, ignoranti in materia (lo siamo più o meno tutti) e la conseguente volontà di capirne qualcosa in più.
Che Pietruzzo presentasse DSA si è saputo all’inizio della prima media.
Era il 2014, siamo nel 2018 e il mondo non è ancora crollato addosso a nessuno.
Qual’è il suo segreto?!
Pietruzzo è un ragazzino molto fortunato, se affronta i suoi disturbi in maniera così positiva non è di certo perché si è svegliato una mattina col pensiero “oh che bello, sono dislessico lo dirò a tutti”… ecco, no!
Pietruzzo come ogni bambino nel momento del bisogno si è affidato a mamma e papà.
E mamma e papà si sono fatti trovare più lucidi che mai, non in preda al panico ma bensì al bisogno di capire e far capire che non c’è niente di cui vergognarsi.
Mamma Elena, una roccia, si è subito rimboccata le maniche documentandosi e frequentando dei corsi per genitori di ragazzi con DSA.
Ho cercato di capire quali sono le sue difficoltà, ho capito che bisogna solo affrontare tutto con la serenità trasmettendogli fiducia e conforto nel momento di bisogno”.
Papà Geo non ha mai reputato la dislessia di Pietruzzo un problema.
Pietruzzo ha potuto iniziare così un percorso nella più totale tranquillità senza sviluppare timore e senza chiudersi in sé stesso.
Il consiglio di papà Geo:
Il consiglio che vorrei dare ad altri genitori che si dovessero trovare in questa situazione è di non scoraggiarsi, di rassicurare sempre il proprio figlio, far sì che non si senta inadeguato. Dategli supporto emotivo e garantitegli un aiuto scolastico”