Dai banchi di scuola a bidipicù.

Ogni volta che qualcuno mi chiede l’argomento della tesi so già quello a cui sto per andare incontro.
“Ma come, non studi grafica?”, “…e cosa c’entra con la pubblicità?” (sì, fare grafica per molti significa occuparsi solo di pubblicità), “ma hai cambiato facoltà?, “aspetta, ma cosa studi allora?”.

Ogni volta devo trovare un modo carino e comprensibile per spiegare che un Grafico non si occupa solo di loghi, biglietti da visita, flyer. Il Graphic designer opera in più discipline della comunicazione e quello che voglio comunicare io non è un servizio o un prodotto, è un messaggio forte e chiaro che deve arrivare alle orecchie, o meglio, nel mio caso agli occhi, di tutti. E quando dico tutti, intendo proprio tutti, mi riferisco a te, ragazzino alle prime armi con internet, ma anche a te, studente fuori corso, a te neo-genitore e te, genitore e nonno. Mi riferisco anche a lei, signor avvocato, e pure a sua moglie. Voi tutti voglio che sappiate una cosa:

ho conosciuto una tipa strana, un po’ misteriosa e penso dovreste conoscerla anche voi.

Il nostro primo approccio è stato molto distaccato, non le davo fiducia, non credevo realmente in lei. Poi pian piano ho imparato a capirla e a interpretare i suoi strani modi di manifestarsi.

Ve la presento: è lady Dislessia.

 

Ebbene sì, sono Sofia, ho 21 anni, studio Visual design e la mia tesi è su lady Dislessia. 

 

Non è così male, ha molti amici (strani pure loro). Insieme formano un gruppo e si fanno chiamare “i DSA”. Non è un nome molto rock ma lo trovo originale.

Il nostro primo incontro è stato circa sette anni fa, ma di lei non ci capivo proprio niente, era la compagna di viaggio di un ragazzo della mia classe anche se lui non lo ha mai detto. Forse è per questo che non la capivo, non mi è mai stata presentata, voleva tenerla tutta per sé. Sono passati cinque anni e non sono riuscita a farmela amica. Non mi piaceva, con lei al suo fianco il mio compagno poteva fare molte cose divertenti come usare la calcolatrice o non finire i compiti in classe (se ci penso adesso queste cose non dovevano essere così divertenti per lui).

È arrivata anche in famiglia come “amica” di un parente che però non ha mai voluto presentarmela, tra donne si sa, poi si forma competizione. Insomma, l’ho sempre avuta tra i piedi ma non sono mai arrivata al punto di capire che cavolo volesse da me e dalle persone a me vicine.

Finalmente nel 2015 Elena mi ha sbattuto in faccia la lady.

Mio figlio ha DSA, fa fatica a leggere, a scrivere, a fare i calcoli, a stare attento. Ha bisogno di un aiuto con i compiti e lo studio”.

Così ho iniziato un percorso con Pietro, un timido (all’apparenza) ragazzino di 12 anni che scambiava la “b” con la “d”. Lady Dislessia mi ha sempre evitata e io ho sempre evitato lei, dovevamo partire da zero. È iniziata così la nostra amicizia.

Adesso siamo legatissime, occupa un po’ di spazio nel mio cuore e nelle mie giornate.

Tornando a voi, penso dobbiate sapere chi è. Penso che noi tutti dovremmo essere informati su lady Dislessia e su tutti i DSA dato che sono sempre più presenti nelle nostre vite. Non cercate di evitarli, pretendete che vi vengano presentati, altrimenti rischiereste di non comportarvi correttamente con chi ci convive.