Parla Daniela

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Qual’è l’atteggiamento e la reazione dei genitori quando vengono a sapere che il proprio figlio ha i DSA?

“Sono diverse le reazioni dei genitori di fronte a una diagnosi di questo tipo. Non è facile comunque accettare che il proprio figlio ha un DSA. Se da un lato molti genitori si sentono sollevati perché finalmente possono dare un nome alla tante difficoltà incontrare fino a quel momento, dall’altro può capitare che qualche famiglia o singolo genitore non accetti pienamente il disturbo.

A volte succede che alcuni genitori pensino che il DSA sia collegato a un ritardo generico e che possa essere invalidante per la vita sociale, scolastica e lavorativa del proprio figlio. Sappiamo che non è così. A volte però la scarsa conoscenza del fenomeno suscita lecitamente tali pensieri.

Altre volte, più spesso di quel che si crede, alcuni genitori, nonostante una chiara diagnosi di DSA, continuano a pensare che il proprio figlio sia solo demotivato, svogliato e pigro. Questo purtroppo con conseguenze disastrose sui figli che hanno veramente bisogno di aiuto, di essere capiti e supportati.”

Considera i DSA  delle difficoltà, delle differenze o delle disabilità?

“Nonostante sui manuali internazionali di riferimento si parla di disturbi, essendo su base neurobiologica, considero personalmente i DSA delle caratteristiche di apprendimento. Le ultime indicazioni nazionali in materia di DSA ci suggeriscono proprio di parlare di caratteristiche individuali, proprio per per evitare la stigmatizzazione del funzionamento della persona con difficoltà di apprendimento. Questo termine inoltre favorisce un approccio pedagogico che valorizza le differenze individuali.” 

Questi disturbi nel tempo e con dei metodi riabilitativi particolari possono essere alleviati?

“I DSA si differenziano da semplici difficoltà di apprendimento perchè, come sappiamo, oltre ad essere innati e persistenti sono anche resistenti. Questo significa che, pur effettuando attività di potenziamento e attuando strategie specifiche di apprendimento e aiuti generici, continua a persistere una forma di disagio nell’apprendimento scolastico. In particolare, è difficile migliorare i parametri riguardanti la velocità di lettura o nei calcoli, nonostante le attività di potenziamento. Possiamo avere dei miglioramenti ma, come riportano alcuni studi (Tucci et al., 2013) non si “normalizzano” i parametri appena riportati.

Tuttavia, l’intervento di uno specialista e il contributo degli insegnanti e delle famiglie che insieme si adoperano per migliorare la qualità dello studio e di vita di questi bambini-ragazzi è fondamentale. Intanto perchè una volta riconosciuto il problema può essere affrontato nel modo migliore. Sicuramente con le adeguate misure adottate (misure compensative e dispensative), una didattica inclusiva, il PDP, un buon metodo di studio e il supporto famigliare e scolastico si possono raggiungere ottimi risultati e andare avanti e proseguire la carriera scolastica senza troppe difficoltà.” 

 


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